Esportazioni per 30,4 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2013, importazioni per 20,2 miliardi. I dati dell’Ice confermano la vocazione internazionale del Piemonte. Con un incremento del 3,5% delle esportazioni e dello 0,5% delle importazioni. Indubbiamente il traino è garantito dalle aziende di maggiori dimensioni, ma Unioncamere Piemonte e la Regione, insieme a Ceipiemonte, stanno favorendo l’internazionalizzazione anche delle Pmi.
E l’iniziativa presentata a Biella come prima tappa del roadshow per favorire l’internazionalizzazione delle piccole e medie aziende ha evidenziato che sono già stati compiuti notevoli passi avanti, e non soltanto nel settore tessile che rappresenta il cuore dell’attività industriale del territorio. Perché se i dati di Unioncamere confermano che è ancora l’Europa il mercato di riferimento per i prodotti del Biellese (con la Germania che ha importato merci per oltre 200milioni di euro, seguita da Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Austria e Spagna), ormai sono sempre più numerose le Pmi che superano i confini del Vecchio Continente per aprirsi al resto del mondo.
Nicolò Zumaglini, titolare con moglie e cognato del Lanificio Subalpino, dal 1996 ad oggi ha visto il fatturato dell’azienda crescere da 1,2 a 4 milioni di euro mentre i dipendenti raddoppiavano rispetto ai 12 iniziali. Una crescita legata all’incremento dell’export che raggiungeva il 20% nel ’96 ed ora si attesta all’80%. «Siamo presenti in 29 Paesi, con 350 clienti» sottolinea Zumaglini. Ma al Lanificio Subalpino – che produce tessuti in lana ma anche in cotone e lino – non basta ancora e si cercano nuovi mercati.
Il processo di internazionalizzazione, però, non è stato benfico solo sui conti, ma ha assicurato una visibilità globale che ha portato un grande gruppo cinese a rilevare il marchio Subalpino per produrre una linea di abbigliamento totalmente made in Italy: tessuti del Lanificio di Zumaglini e di altre aziende italiane per la produzione di camicie o jeans, stile italiano, produzione in Italia. Ma una boutique già aperta a Shanghai a fine 2013 ed il progetto di aperture quest’anno a Milano, Pechino ed un secondo punto vendita a Shanghai.
Non è l’unico caso di piccola azienda con un forte carattere internazionale. La Pelli, guidata da Andrea Fortolan, produce a Valdengo abbigliamento sportivo per il ciclismo. Otto dipendenti più tre famigliari, un milione di fatturato realizzato per il 75% sui mercati esteri. «Austria, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti e Canada sono i nostri principali mercati – precisa Fortolan – ma grazie alla collaborazione del Ceipiemonte abbiamo potuto iniziare a lavorare, e bene, anche in Giappone». Ma la Pelli non si ferma: ha già realizzato le divise delle nazionali di ciclismo di Georgia ed Emirati, sta vendendo bene in Russia, in Qatar e, nonostante le tensioni politiche, anche in Africa del Nord. «Ma ora puntiamo su altri Paesi africani», assicura Fortolan.
Un obiettivo condiviso anche da Cesare Verona, amministratore delegato e presidente dell’Aurora, l’azienda torinese che produce penne di alta qualità. «Partecipiamo al roaashow – spiega – perché qualsiasi contributo arrivi per l’internazionalizzazione è importante. In termini di idee, di sostegno, di collaborazioni». Per Aurora, poco meno di 10 milioni di fatturato, l’export rappresenta già il 52% dei ricavi a fronte del 3% di 15 anni or sono. «Ma vogliamo raggiungere il 70% nell’arco di 3-4 anni per poi stabilizzarci – anticipa l’amministratore – intorno all’85%». E dopo aver conquistato i Paesi europei, gli Stati Uniti e l’Estremo Oriente, Aurora sta ottenendo ottimi risultati in Azerbaijan, in Kazakhstan, in Turchia (dove è stata aperta una boutique ad Ankara). Puntando sull’Africa come prossimo mercato, a partire dall’Angola dove potrebbe essere presto aperto un punto vendita.
Per tutte queste Pmi che affrontano mercati nuovi e non sempre facili diventano importanti le collaborazioni con partner istituzionali come Ice, Sace, Simest, con le istituzioni regionali ma anche con partner privati. Alberto Nobis, amministratore delegato di Dhl Express Italia sottolinea come un gruppo che opera in Italia dal ’78 e che è presente in 220 Paesi, possa offrire un apporto fondamentale per tutti gli aspetti legati alla logistica, a partire dagli innumerevoli problemi doganali che le Pmi devono affrontare quando arrivano su mercati nuovi.
FONTE: www.ilsole24ore.com